domenica 19 febbraio 2012

(Largo) Pasquale Ruggiero



Vescovi popolo e magia nel Sud

ricerche di storia socio-religiosa dal XVII al XIX secolo
Copertina anteriore
Guida, 1983 - 526 pagine


pag 248 [i morti] furono numerosi, e tra questi anche qualche prete, come Pasquale Ruggiero il 1° maggio 1861 "sacerdote colto, giovanissimo e pieno di amor patrio". "Non ci era giorno - scrive Basilide Del Zio, nella sua nota storia del brigantaggio nel Melfese - che non succedessero attacchi, incendi, fucilazioni e scene raccapriccianti...".

pag. 249 L'uccisione del sacerdote Pasquale Ruggiero è noverata dallo stesso Del Zio: il Ruggiero tornava da Napoli a Melfi insieme ad altri sacerdoti che facevano parte della giunta insurrezionale melfese. In prossimità della città il gruppo fu raggiunto dai briganti: gli altri sacerdoti, che erano a cavallo, poterono sfuggire al fuoco e alla cattura mentre il Ruggiero, che procedeva a dorso di mulo, fu preso, nonostante avesse tentato di nascondersi in un seminato: «lo uccisero lentamente a colpi di pugnali, con mille sevizie e torture». Idem, pp. 291-292. 4°

pag. 252 Il brigante, che si rintanava nei boschi e viveva di scorrerie, non facfeva distinzione tra il prete e il cittadino; in don Ruggiero vide il prete che aveva tradito il re legittimo e forse qualcosa altro, il prete colto, piccolo-borghese, percettore di decime, che stava coi signori.

Basilide Del Zio vs Carmine Crocco

Digitalizzazione



Il brigante Crocco e la sua autobiografia
Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco, 1903, pagine 113



Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli 


Una lettera riprodotta dell'autore a pag. rende l'idea del vero stile letterario del brigante.

Crocco, ... in data 12 agosto 1861, ... aveva scritto la seguente lettera, che io riproduco nel modo come l'ho ricavata e coi medesimi errori e turpiloqui:
   «Al Signor, diceva l'indirizzo, L'Eccellenzo Cav. Giulio Rolland, di Torino, governatore della Provincia di Basilicata in Potenza.
   Sig. Governatore. Il primo di questo, vi ho diretto un'altro brevo, il quale non so se lo avete ricevuto e se l'avete ricevuto, non mi aveto risposto, siete un fesso, uno scellerato, un assassino più di me.
   Mangiasive fesso del Piemonte, imparati come si fa il magistrato altrimenti ti farò insegnare io, una cosa vi dico, pensa di farti una buona somma col fare ricatti a questi fessi di liberali del regno di Napoli affinché non vado impreta la parola di Napoliono anticho il quale nel vespro siciliano disse così: Il regno di Napoli, deve essere poveri e cornuti, badate alle mie parole, che poco vi resta di galeare... Mi soffermo
   Carmine Donatelli Crocco».