Vescovi popolo e magia nel Sud:
ricerche di storia socio-religiosa dal XVII al XIX secolopag 248 [i morti] furono numerosi, e tra questi anche qualche prete, come Pasquale Ruggiero il 1° maggio 1861 "sacerdote colto, giovanissimo e pieno di amor patrio". "Non ci era giorno - scrive Basilide Del Zio, nella sua nota storia del brigantaggio nel Melfese - che non succedessero attacchi, incendi, fucilazioni e scene raccapriccianti...".
pag. 249 L'uccisione del sacerdote Pasquale Ruggiero è noverata dallo stesso Del Zio: il Ruggiero tornava da Napoli a Melfi insieme ad altri sacerdoti che facevano parte della giunta insurrezionale melfese. In prossimità della città il gruppo fu raggiunto dai briganti: gli altri sacerdoti, che erano a cavallo, poterono sfuggire al fuoco e alla cattura mentre il Ruggiero, che procedeva a dorso di mulo, fu preso, nonostante avesse tentato di nascondersi in un seminato: «lo uccisero lentamente a colpi di pugnali, con mille sevizie e torture». Idem, pp. 291-292. 4°
pag. 252 Il brigante, che si rintanava nei boschi e viveva di scorrerie, non facfeva distinzione tra il prete e il cittadino; in don Ruggiero vide il prete che aveva tradito il re legittimo e forse qualcosa altro, il prete colto, piccolo-borghese, percettore di decime, che stava coi signori.