sabato 24 novembre 2012

18 ore - dalla legge Casati (1859)

259. I professori de' ginnasi potranno essere obbligati a dare fino a venti ore di lezioni la settimana.
Quelli dei licei fino a quindici ore.
Nel caso in cui si chieda loro un più gran numero di ore, si fa luogo ad un'indennità.

martedì 13 novembre 2012

Non s'ottiene libertà se non meritandola. - Un articolo di Mazzini

Questo soltanto possiamo affermare: l'Italia può: l'Italia dovrebbe; ma l'Italia non sorgerà a libertà ed a nazione, l'Italia non farà, se non raggravare, i danni e la servitù, se non sorgerà nella piena coscienza del proprio Diritto, per determinazione propria e non a beneplacito d'un principe, in nome dell'Unità Nazionale e non d'un nuovo riparto, fidando nell'amore dei popoili e nella virtù dell'esempio ch'essa porgerà, non nell'alleanza di due tiranni. Non s'ottiene libertà se non meritandola. Non si merita, aspettandola da ajuti stranieri, e peggio, sacrificando a quelli aiuti principii, coscienza, dignità, ricordi tremendi come quelli di Roma e del Due dicembre.


venerdì 26 ottobre 2012

Supporto allo sviluppo professionale dei docenti

I compiti della Funzione strumentale Supporto allo sviluppo professionale dei docenti sono i seguenti:

Analisi dei bisogni formativi e definizione, stesura e gestione del Piano Formativo di Istituto

Coordinamento della formazione in servizio

Organizzazione di iniziative formative interne con il coinvolgimento di esperti

Tecnologie e biblioteche

Produzione materiali didattici e documentazione

Accoglienza nuovi colleghi

sabato 13 ottobre 2012

la beffa delle 24 ore

Adeguare gli orari senza contrattazione sindacale è un atto che annulla 3 secoli di progresso civile.

Questo articolo trattava la questione dell'orario di servizio in tempo non sospetti. Questo è più attuale.

Uno studio ufficiale sugli stipendi degli insegnanti in europa.

...e un articolo in cui si dimostra che il nostro valore "medio" corrisponde a un costo della vita pari a quello tedesco. Ma in Germania gli insegnanti guadagnano il doppio che in Italia.

lunedì 8 ottobre 2012

Area 2 (supporto allo sviluppo professionale dei docenti)

Anno scolastico 2011/12

Ricognizione e analisi dei bisogni formativi dei docenti e individuazione della priorità riguardo alle iniziative di formazione
elaborazione della mappa dei soggetti (enti, associazioni professionali, agenzie, centri risorse, esperti) presenti nel territorio provinciale o nazionale, accreditati o qualificati a svolgere attività di formazione;
elaborazione e organizzazione delle iniziative di formazione diversificate e dei corsi di aggiornamento interni o in rete con altre scuole, secondo le necessità della scuola
avvio alla costruzione dell’archivio didattico di istituto (percorsi didattici formalizzati, pratiche di qualità, relazioni, articoli e diffusione dei materiali prodotti nei corsi di formazione e aggiornamento ecc.)
promozione del rinnovamento metodologico della didattica, anche mediante l’utilizzazione delle tecnologie informatiche e multimediali;
supporto ai docenti nell’organizzazione delle attività integrative ed extracurricolari


corso benessere in cattedra
corso comunicazione efficace
corso progettazione strategica

venerdì 5 ottobre 2012

Pronuncia e accenti

Beccarìa
Ossìmoro e ossimòro
sommària (Regia camera della)
Giasóne o Giàsone (greco Iásōn; latino Iāson-ŏnis)
Teseo gr. Thesèus, lat. Thèseus
Perseo gr. Persèus, lat. Pèrseus
Edìpo o Èdipo, Οἰδίπους, Oedĭpus
edìle

martedì 18 settembre 2012

sabato 1 settembre 2012

The Second Coming (1920) by William Butler Yeats

Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all conviction, while the worst
Are full of passionate intensity.


Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?

Turbinando nel cerchio che si allarga
Il falcone non può sentire il falconiere
Le cose cadono a pezzi, il centro non può tenere.
Pura anarchia dilaga nel mondo
La marea insanguinata s’innalza e dovunque
La cerimonia dell’innocenza è annegata.
I migliori mancano di ogni convinzione mentre i peggiori
Sono pieni di intensità appassionata.
Certo è imminente una rivelazione
Certo è imminente la seconda venuta
La seconda venuta! Difficile pronunciare queste parole
Un ampio squarcio fuor dallo Spiritus Mundi
Tormenta la mia visione;
Da qualche parte nelle sabbie del deserto
Una forma con il corpo di leone e la testa di uomo
Bianco lo sguardo e senza pietà come il sole
Muove le sue cosce lente. Tutto intorno
Spirali fosche di uccelli del deserto.
La tenebra discende: adesso intendo
Che venti secoli di granitico sonno
Erano condannati all’incubo da una culla ondeggiante
E quale bestia orrenda, ora che alfine è venuta la sua ora
Striscia verso Betlemme per venire al mondo?

differenza tra Anno Scolastico e Attività Didattiche

da OS

L’art. 74 commi 1 e 2 del D.Lgs n. 297/94 (Testo Unico delle disposizioni in materia di istruzione) prevede che “Nella scuola materna, elementare, media e negli istituti di istruzione secondaria superiore, l’anno scolastico ha inizio il 1° settembre e termina il 31 agosto. Le attività didattiche, comprensive anche degli scrutini e degli esami, e quelle di aggiornamento, si svolgono nel periodo compreso tra il 1 settembre ed il 30 giugno con eventuale conclusione nel mese di luglio degli esami di maturità”.

giovedì 23 agosto 2012

Un'intervista presa dal web

Nome?
Che significato ha il tuo nome?
Come ti chiamano gli altri?
Data in cui spegni le candeline?
Statura in cm?
Colore degli occhi?
Colore dei capelli?
Che segno sei?
Ascendente?
Sai scrivere con entrambe le mani?
Il sentimento più inutile che ci sia?
Il sentimento più bello che esista?
Luogo dove vorresti passare le vacanze?
Cosa fai la mattina appena sveglio/a?
Fiore preferito?
Un grande attore?
Una grande attrice?
Il miglior film in assoluto?
La migliore canzone italiana?
La migliore canzone straniera?
Il tuo cantante italiano preferito?
La tua cantante italiana preferita?
Il tuo gruppo italiano preferito?
Il tuo cantante straniero preferito?
La tua cantante straniera preferita?
Il tuo gruppo straniero preferito?
Il tuo calciatore preferito?
Libro preferito?
Programma alla tele preferito?
Sport che vorresti praticare?
Sport che pratichi?
Sport che ti piace guardare alla tele?
C'è una persona che è entrata nella tua vita e l'ha migliorata?
Ci sono delle persone che sai che non ti molleranno mai nel momento del bisogno?
Hai odiato qualcuno a cui ora vuoi bene?
Hai odiato e amato qualcuno allo stesso tempo?
Hai fatto del male a qualche tuo/a amico/a?
Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Che macchina possiedi?
Che macchina vorresti avere?
Pensi mai al futuro?
Mare o montagna?
Ti ritieni più altruista o egoista?
Che tipo di persone non sopporti?
Sei buono/a con tutti?
Sai cucinare?
Cosa ti piace cucinare?
Insalata che più ti piace?
Colore preferito?
Chi è la persona a cui tieni di più?
E l'amico/a che vive più lontano da te?
La tua più grande passione?
E da piccolo dormivi con un pupazzo?
Il suo nome?
Il tuo gioco preferito da piccolo/a?
Hai una camera tutta tua?
Cosa c'è appeso ai muri della tua camera?
La tua camera è ordinata o disordinata?
Sai cantare (sii sincero, cantare, non fischiettare sotto la doccia)?
Sai suonare qualche strumento?
Se si quale?
sei mai stato sotto la pioggia a bagnarti?
Sole o pioggia?
Estate o inverno?
La prima canzone che ti viene in mente?
Ti piace l'arte?
La tua opera d'arte preferita?
Il prossimo gradino che salirai nella tua vita?
Un mazzo di fiori ideale come dovrebbe essere?
L'ultimo libro che hai letto?
L'ultimo film che hai visto al cinema?
L'ultimo film che hai visto in TV?
L'ultimo film che hai visto in DVD?
L'ultimo film che hai visto in videocassetta?
Hai una migliore amica?
Hai un migliore amico?
Una decisione di cui ti sei pentito/a?
L'oggetto a cui tieni di più?
La cosa più bella che esiste?
Cosa c’è nell’aldilà?
Sei timido/a?
Perdoni o ti vendichi?
Sei paziente?
Frutto preferito?
Profumo preferito?
Profumo che usi?
Tipo di gelato preferito?
Con quante persone vivi?
Personaggio dei fumetti preferito?
Se vincessi un miliardo?
Numero preferito?
Perchè?
Saluta come fai di solito:

martedì 21 agosto 2012

apr 20. Anno 1036: un Arduino nipote di Ottone in Puglia?


TRATTO DA: DELLE RIVOLUZIONI D’ITALIA LIBRI VENTICINQUE DI CARLO DENINA, VOL.II, FIRENZE STAMPERIA PIATTI, 1820.

Cartina della Puglia medievale Tav.Peut. (Wikipedia Creative Commons)
«Regnava ancora in quel tempo Corrado il Salico, che nel 1036 era venuto a riconoscere le ragioni dell’ imperio e del regno Italico nelle parti di Puglia. Da questo re ottenne Guaimaro molti privilegi, i quali aggiunti al valore de’ suoi campioni Normanni gli accrebbero grandemente lo stato; talché già a lui obbediva notabil porzione del presente regno diNapoli. Ma in questa sua prosperità cominciò a concepir forte gelosia per la riputazione degli stessi suoi guerrieri Normanni, e particolarmente verso Guglielmo e Drogone che n’erano i capi. Né osando disgustarli o licenziarli senza qualche onesto titolo, nacquegli opportunissima occasione di liberarsene e di rivolgerli altrove. Le cose del Greco imperio erano allora in pessimo stato così nella provincia di Calabria e Puglia, come nella Sicilia, di cui i Saraceni s’erano quasi del tutto impadroniti. Michele Paragone salito violentemente sul trono di Costantinopoli, per mantenersi con qualche riputazione l’imperio malamente acquistato, determinò di mandare una potente armata in quell’ isola, e colla fama d’ un riacquisto sì ragguardevole distrar gli animi de’ sudditi dalla tirannide domestica, e dalla memoria di sua usurpazione. d’Oriente (1). Guaimaro non ebbe a farsi pregar lungamente per concedere al general Greco l’ aiuto de’ Normanni, i quali passati in Sicilia diedero non minori pruove di valore contro i Saraceni padroni di quell’ isola , che avesser fatto prima di qua del Faro. Ma passata la vittoria , l’avarizia dei Greci li fece di leggeri scordar l’obbligo che doveano avere ai Normanni, ai quali ebbero poco o niun riguardo nel divider la preda. Era o capitano o certamente compagno dei Normanni in quella guerra un accorto e valente Lombardo chiamatoArduino, e creduto dall’Ostiense parente dell’arcivescovo di Milano (1 Leo Ostiens. lib. 4 cap. 67) , e che forse potea essere della casa de’ Marchesi d’Ivrea o di quella di Susa, dove il nome d’Arduino era assai frequente. Quest’uomo, conosciuta la malvagità de’Greci e la superbia di Maniace , al quale egli avea portato, come perito del Greco idioma, le querele de’Normanni, fece pensiero di ritrarre questi suoi compagni dal servizio de’ Greci , e ricondurrli ad oltre imprese in Italia , dove pei piccoli presidìi che vi teneauo gl’imperadori di Costantinopoli , poteano sperare grandi acquisti a benefìzio proprio, e non d’altrui. Dissimulata nondimeno l’ indignazione sua verso Maniace, ed esortati i Normanni, a cui serviva d’interprete e di consigliere , a far lo stesso (2 Suitimoute lib. 1 cap. 13. ), ottenne licenza di ripassar lo Stretto ; e dopo vari maneggi, che si posson vedere negli scrittori della storia Napolitana , condusse i suoi Normanni, assistiti ancora da quelli d’Aversa , a far guerra aperta nelle terre de’Greci, i quali erano malamente provveduti alla difesa , per le rivoluzioni ond’ era allora più che mai agitata la corte di Costantinopoli, dove l’imperadrice Zoe creava e de poneva a suo capriccio gli Augusti (an.io3o,-4-o 41)’ I Normanni 5 ancorché naturalmente avveduti nel proprio interesse , fecero nondimeno le prime imprese d’Italia piuttosto con ferocità, che con astuzia ; e per essere poco pratici del paese, ignoranti della lingua, e delle intenzioni e de’disegni così de’principi Longobardi, come della corte di Costantinopoli, si lasciarono condurre a guisa di gladiatori insensati a versare il sangue dov’ eran richiesti. Ma a misura che cominciarono a intender la lingua e conoscere lo stato delle cose, e che pei disgli Stati ricevuti in Sicilia da’ Greci , o per le suggestioni di Arduino e d’altri malcontenti del governo, che ogni forestiere trova facilmente per tutto, apersero assai meglio gli occhi, ed unirono conseguentemente anche l’astuzia e la politica alla natia bravura. Ora avendo essi vinti e disfatti i Greci nella Puglia e nella Calabria , in vece di crearsi un duca della propria nazione , elessero Adenolfo fratello di Pandolfo III principe di Benevento. La qual cosa siccome potea conciliar loro l’affetto de’ popoli affezionati al sangue degli antichi lor principi, serviva ancora a rimuover l’invidia e la gelosia degli stessi principi Longobardi, contro de’quali non paleva tempo di pigliar guerra. Ma Adenolfo mostrandosi troppo presto inclinato ad accordarsi co’ Greci , venne in sospetto a’Normanni , i quali, non arditi ancora di spiccar il salto che pur med itavano, deposto Adenolfo , crearono duca Arrigo figliuolo di quel Melo che fu primo motore di questi rivolgimenti. Scontentati in breve anche di lui, elessero finalmente a loro capo Guglielmo Bracciodiferro , il più vecchio dei figliuoli di Tancredi, che già era stato da principio condottiero principale di questa seconda emigrazione di Normanni. Non prese egli titolo di duca, ma di conta di Puglia solamente. Né però governava egli solo tutta la conquistata provincia; perché essendosi a’ fratelli di lui e ad altri de’principali assegnato il dominio di varie terre, il governo che allor s’ordinò da’Normanni nella Puglia, s’assomigliava piuttosto a governo aristocratico, quale s’é veduto sotto i Longobardi, che a principato assoluto. Quindi si destinò per tenervi le diete la città di Amalfi, la quale fu poi riguardata ne’primi anni del dominio Normandico come centro e sede comune dello stato, di cui Guglielmo era il capo o il principale (1 Leo Ostiens. lib. 2. cap. 67). Né questi godette però lungo tempo del frutto delle sue imprese, né del grado a cui era stato elevato da’suoi Normanni e da alcuni Italiani che sotto la stessa condotta s’erano uniti in un solo corpo. Morto Guglielmo tre anni dopo la sua inaugurazione, ebbe per successore Drogone suo fratello, a cui nella suddetta divisione della Pugli a era toccato il governo di Venosa. Ma mentre in questo modo stabilivasi la dominazione de’ Normanni nella Puglia, i Greci che non si riconoscevano possenti di ricuperar a forza aperta leperdute provincie, si voltarono alle arti solite di quella nazione, facendo dai propri suoi sudditi uccidere a tradimento il conte Drogone. Ciò fu cagione che Umfredo , terzo fratello, che succedette a Drogone, e tutti gli altri Normanni cominciarono ad usare verso i Pugliesi maggior durezza e crudeltà, che non aveano fatto da prima, confondendo, secondo che sempre accade ne’tumulti civili e nelle guerre, gl’innocenti con i colpevoli. Per fermarsi nel nuovo stato con miglior titola, i Normanni ne cercarono ed ottennero l’investitura da Arrigo III che nel 1046 era venuto a prendere in Roma la corona imperiale, e che per tenere sempre più al basso l’emolo imperio Greco confermò volentieri a’Normanni con suoi diplomi la possessione delle terre che essi avevano nella Puglia usurpate. Ora tra per un istinto naturale de’ più forti e potenti che mal si sanno raffrenare entro i limiti dell’equità, e per l’aggiunta dei diritti e privilegi imperiali, si diedero i Normanni a signoreggiar più aspramente che prima i paesi già conquistati, e ad occuparne ogni giorno de’nuovi. La corte di Roma, preso giusto timore di si intraprendenti vicini, i quali altronde col predar ad ora ad ora qualche monasteso o santuario non davan segno d’ essere molto rispettosi alle cose della Chiesa, cominciò a pensare a vari modi di contener fra’termini questa crescente e sospetta potenza. Allora fu che Leon IX intraprese contra i Normanni la memorabile spedizione, in cui si vide per la prima volta un pontefice condurre personalmente eserciti armati alla battaglia. Niuno ignora qual esito avesse una tale impresa. Il pontefice, caduto in man de’ Normanni, fece servire la sua sventura all’ ingrandimento della dignità papale , gettando il primo fondamento del diritto della sede apostolica sopra il regno di Napoli, che fu copiosa sorgente di querele, di guerre e d’infiniti travagli all’Italia. Non é però ben chiaro quale spezie d’omaggio promettessero allora i Normanni alla santa sede, né quale diritto abbia voluto il santo Padre concedere a quelle nazioni sopra le provincie che aveano invase, e stavano per conquistare in appresso. Né tampoco é da prendersi per cosa indubitata ciò che gli storici Napolitani raccontano della tanta pietà cui mostrarono i Normanni al pontefice lor prigioniero, il quale si crede piuttosto che per dolore della sua sventurata impresa terminasse poco dopo la vita. Comunque sia , tra per le investiture che aveano avuto da Arrigo III, e qualche novello titolo o di buon grado o per forza e per astuzia ottenuto da san Leone IX , andava l’ usurpazione de’Normanni prendendo forma di legittima signoria. Vittore II, e Stefano IX singolarmente , il quale , come si é detto, mirava a fare suo fratello Gotifredo signor d’Italia , diedero chiare pruove d’aver poc’o cari questi novelli potentati. Ma la brevità del .pontificato loro non lasciò tempo da eseguire i disegni che l’ uno e l’ altro avevano concepiti. A Stefano IX succedette Nicolò II, il quale piut~ ‘ tosto intento ad abbassar l’insolenza de’ suoi Romani , che a far guerra a gente straniera, non solamente non impedì, ma piuttosto facilitò ed autorizzò gli avanzamenti dei Normanni, da cui invitato andò a congregare in Melfi un concilio numeroso di cento vescovi. Quindj siccome i Normanni si studiarono di conciliarsi la be. nevolenza del papa con dimostrazioni di riverenza e di religione, così il pontefice dal canto suo si pensò dì battere tutt’altra strada che non avean fatto i predeces_ sori suoi, e stimò più utile partito d’aver quella gente be_ nevola e confederata per difendersi col braccio loro da altri nemici, che tentare in vano di abbatterli e ster. Binarli. Morto Unfredo III conte di Puglia, gli succedette , ancorché lasciasse due figliuoli maschi, il fratello Roberto venuto in Italia alcuni anni dopo i tre fratelli maggiori. Questi che in valentia di corpo non la cedette a’fratelli, e nella sagacità e politica li superò di gran lunga ( onde gli nacque il soprannome di Guiscardo, che in lingua Normanna tanto importa quanto a dire astuto ed accorto ), ebbe assai rapidamente accresciuto il suo stato con le conquiste che fece nella Calabria. Sdegnando il titolo di conte , ottenne da Nicolò quello di duca; e con maggiore solennità che non avea fatto Unfredo verso Leon IX, si professò vassallo di santa Chiesa, riconoscendo in feudo dalla sede apostolica la Puglia, la Calabria, e anticipatamente ancora l’isola di Sicilia che meditava di conquistare. In questo mezzo a Rainolfo conte d’Aversa, primo fondatore di quello stato , erano succeduti l’ un dopo l’altro due suoi fratelli , ed ultimamente un nipote chiamato Riccardo. Questo Riccardo imparentatosi col duca Roberto con isposarne una sua sorella , e cogli aiuti che ottenne da lui, assaltò Pandolfo V principe di Capoa , ultimo della stirpe Longobarda; e toltogli lo stato , in vece di conte d’ Aversa si fece chiamare principe di Capoa. Stabilito in quel dominio coll’investitura che ottenne anch’egli da papa Nicolò II, rivolse l’animo ad occupar Napoli e Tiano. In cotal modo sopra le rovine del ducato di Benevento fondato e diviso poi da’Longobardi , e sopra le reliquie che restavano del Greco imperio, si ergevano due nuovi principati sotto sovrani non dello stesso sangue, ma della stessa nazione. Alessandro II, pontefice di santa ed onorata memoria , ad esempio di Nicolò II a cui succedé, volle anzi coltivar l’amicizia de’Normanni , che imprender guerra con loro; ed intento piuttosto M correggere i disordini del clero, che a conquistar citta o traversare le conquiste altrui, si contentò di ricevere dal duca di Puglia e dal priucipe di Capoa l’omaggio che avean promesso al suo antecessore; e tenne anche egli un concilio a Melfi, per far onore e cosa grata a quella nazione. Così Roberto fatto sicuro dal cauto di Roma, accelerò isuoi progressi nellaCalabria.Gli giovò grandemente nell’acquisto di quella provincia la virtù di Ruggieri suo fratello, tirato novellamente in Italia dalla fama che correva de’felici successi di Roberto Guiscardo ; appunto nello stesso modo che questi ancora era venuto alcuni anni prima al romore delle vittorie de’ suoi tre maggiori fratelli, Guglielmo, Drogone ed Unfredo. Frattanto precipitava all’estremo lo stato de’ Greci nella Sicilia : perciocché partitisi di là i Normanni mal soddisfatti di Mainare che col braccio loro l* avea in gran parte ritolta di mano a’ Saraceni, questi non tardarono molto a ripigliarsela interamente per le poche forze che rimasero a Mainace, e più per la dappocaggine degli altri generali che gli succedettero in quel governo. Alla voglia che già per sé stessi avevano i due fratelli Normanni, e Ruggiero massimamente, di conquistar la Sicilia, s’ aggiugnevano gli stimoli del pontefice Alessandro II, o , per dir meglio , d’Ildebrando suo consigliere e ministro (1 Barou. ad an. 1066′ n. 3), che mandandogli lo stendardo il creò capitano e gonfaloniere della Chiesa contro gl’infedeli dominatori di quell’isola. S’aggiunse ancora opportuna congiuntura di tentar quest’impresa per nimicizie civili che nacquero fra gli stessi Saraceni* Ben a amena sdegnatosi contro Bennametto, uno de’princìpì di Sicilia , di cui era ammiraglio, passò in Calabria; e ritiratosi presso Ruggiero che colà guerreggiava, gli mostrò come gli sarebbe facil cosa conquistar la Sicilia , e non mancò di suggerirgli e promettergli que’mezzi che stimava conducenti all’ esito dell’ impresa (1). Animato Ruggieri da tale incontro passò il Faro, e diede nel 1061 felice principio al suo acquisto con impadronirsi di Messina. Quindi, chiamato in aiuto il suo fratello Roberto , in poco di tempo ebbero in lor potere le altre città principali dell’ isola , e constrinsero i Saraceni, benché superiori in numero d’ armati, a fortificarsi in Palermo , dove furono di subito gagliardamente assediati da’ Normanni».
“Era l’Arduino valente capitano lombardo delle truppe normanne (di cui cita ampliamente il Denina nell’opera suddetta) il figlio di Guido o Guidone,  nipote di Ottone figlio secondogenito del Marchese Arduino d’Ivrea Re d’Italia? Se restiamo al fatto che il primogenito Ardicino Conte d’Ivrea (detto Arduino II o Ardiciono) non abbia avuto figli (alcuni autori sostengono che sia morto prima del padre), l’ipotesi ha una validità” (V.F.)

giovedì 16 agosto 2012

Antica descrizione di Mont Saint Michel

http://www.scribd.com/doc/50950571/itinerarium-bernardi-monachi

L'itinerario di Bernardo è a pagina 308.

mercoledì 8 agosto 2012

Fine del precariato

Come ogni anno, evito di contattare i sindacati poter sapere se a settembre lavorerò o magari entrerò di ruolo, ma amici e colleghi mi chiamano o contattano su facebook trasformandomi in un centro elaborazioni e smistamento dati e informazioni o, come mi chiama L#, in una costola del sindacato.
A traslativa mentre ero alla Biblioteca Nazionale mi ha chiamato addirittura il segretario provinciale del sindacato per avvisarmi che sarò immesso in ruolo... Finalmente! Posso ora vivere con meno ansia sul futuro e sul pane quotidiano, curare con più tranquillità i miei studi e soprattutto instaurare con gli alunni percorsi didattici di più ampio respiro senza l'ansia di doverli abbandonare poco dopo averli conosciuti. A 10 anni dalla laurea dopo sei anni di precariato otterrò il mio contratto a TI. La cosa triste è che io sono tra i fortunati che hanno fatto presto, un'insegnante di ruolo a 35 anni è considerato quasi troppo giovane.

martedì 7 agosto 2012

Contrada Corona

hanno proposto per la cancellazione da wikipedia QUESTA VOCE
Località alle pendici del Vulture, compresa nel Comune di Melfi, il cui territorio è delimitato a nord dalla Difesa dell'Annunziata e dal Vallone di San Guglielmo da Vercelli, che delimitano i territori più vicini al capoluogo, a est dai rilievi del Vulture, a Ovest dal fiume Ofanto, a sud dalle frazioni di Foggianello, San Giorgio e Foggiano (comune di Melfi). Essa è popolata di casali, quasi tutti abbandonati. Il sito racconta il dramma demografico e urbanistico toccato ai piccoli centri del meridione appenninico, essendosi spopolato a causa dell'emigrazione. Esso risultava abitato da molte famiglie e la sua popolazione variava dalle 50 alle 100 unità circa. Le costruzioni rustiche superstiti testimoniano una interessante tipologia costruttiva agricola il cui principale materiale edilizio consiste nella locale pietra lavica.

Franciscus de Melfia

giovedì 2 agosto 2012

Origine del nome Molfetta a cura di Mariella Nanna


In origine la città di Molfetta si chiamava Melfi (nelle fonti si parla di locus Melfi Melphium ). Respasarebbe, secondo alcuni studiosi, il nome della città in epoca romana, derivante dalla contrazione della parola latina Respublica ; secondo altri, più che denominazione della località, si riferirebbe alla forma di governo autonoma e repubblicana data dai Romani alla città. Sulla tavolaPeutingeriana (mappa in pergamena di tutte le strade dell'Impero Romano), compilata nel 230 d.C., non compare il nome di Melfi, né quello di Respa, citato, quest'ultimo, per la prima volta sull'itinerario Antonino, compilato dopo il 337 d.C.

Il nome “Melfi” è attestato per la prima volta su una pergamena del 925, intorno alla quale nel 1874 scoppiò un'aspra polemica tra l'avvocato Vito Fontana e i padri Michele Morcaldi, Mauro Schiani e Silvano De Stefano. Il Fontana, insieme allo storico Luigi Volpicella, riteneva che la pergamena in questione si riferisse a Molfetta contro gli altri che invece pensavano si riferisse a Melfi, cittadina della Lucania.

A sostegno della tesi del Fontana, ci sono altri documenti di rito longobardo del 965 e del 1027, in cui Melfi sta ad indicare Molfetta. Nei documenti successivi a questi Melfi è sostituita da Melficta ,Melficte Melphicte Melfictum Melphictum . Il Carabellese ne ha spiegato il passaggio facendo riferimento alla fonetica e alla linguistica: al nome Melfi, indeclinabile, si sarebbe aggiunto in un secondo momento il suffisso –cta, ottenendo così una forma aggettivale nominale femminile (Melfi-cta), poi sostituita dalla forma nominale neutra (Melfi-ctum).
Per quanto riguarda la spiegazione etimologica del nome Molfetta, del tutto arbitraria e priva di fondamento storico è quella secondo cui Melficta Melfictum significherebbe “fatta di miele” o “pianta di mele” per la dolcezza del clima e la piacevolezza del territorio.

mercoledì 18 luglio 2012

Lento, lento, lento

I miei passi, piano,
Percorrono una piazza senza uscite.
I tuoi occhi, spenti,
Mi cercano pigri in altri posti.
Non saremo mai insieme,
Non ci siamo mai trovati
Tre secoli è una strada troppo lunga
Muta, in un sepolcro di inchiostro,
Non sai da dove ti leggo.

martedì 17 luglio 2012

Il dominio dell'indifferenza

Persone sedute a una panchina
guardano passare gambe e braccia.
L'estate è ormai vicina,
il sole che mi abbraccia.
Ma nascondi la faccia
come una bestiolina
spaventata dalla traccia
di un'affamata faina.

domenica 15 luglio 2012

Meriggio di un ambulante

Sono Ahmed, qui seduto accanto a una signora e alla sua bimba. Mentre mostro le mie pietre penso alla famiglia che ho lasciato a casa. Mamma mi portava appeso al collo mentre girava nel bazar. Oggi io porto a braccio la mia merce in una terra lontana, a piedi nudi su una sabbia che scotta e sa di speranza e nostalgia. Sto risparmiando, ho giusto i soldi per comprare una bancarella vera, non questo pannello preso di seconda mano. Quando troverò il coraggio, farò il grande acquisto, anche se prima devo procurarmi uno spazio tra gli altri ambulanti sulla via del passeggio serale. Bashir, il vecchio amico di papà che mi ha portato fin qui, mi ha promesso che quando tornerà a casa mi cederà il suo posto. Gli auguro di riuscirci preso, ma spero che vorrà lasciare qui sua figlia. Le nostre famiglie hanno sempre avuto ottimi rapporti e spero che accerterà di darmela in moglie. Prima però devo fare in modo che lei si accorga di me. Poi un giorno magari riuscirò a comprare anche un piccolo generatore elettrico come quello che hanno i cinesi, così la mia merce sarà molto illuminata e la gente si fermerà sempre da me. Faremo tanti soldi e potremmo avere dei figli, almeno quattro, se Dio vorrà benedire la mia famiglia con questo dono. Intanto la signora ha scelto un anellino e un ciondolo e comincia a tirare sul prezzo, mentre la figlia fa i capricci e il marito fuma indifferente.

Vacanze a Sant'Isidoro



sabato 9 giugno 2012

giovedì 7 giugno 2012

Palafitta stile Ghibli, ma realmente esistente


Salute, ricchezza e bellezza (Platone)

Fra i beni minori viene inclusa innanzitutto la salute, come secondo la bellezza, terzo la forza fisica nella corsa e in tutti gli altri movimenti del corpo, quarto la ricchezza che non è cieca ma è dotata di perspicacia e si accompagna alla prudenza. Fra i beni divini, invece, il primo bene è proprio la prudenza, il secondo, dopo l'intelletto, la saggia disposizione dell'anima, da questi beni mescolati al coraggio deriva il terzo, e cioè la giustizia, quarto il coraggio.Tutti questi beni sono per natura disposti prima di quegli altri, e il legislatore deve rispettare tale disposizione. Dopo di ciò deve avvertire i suoi concittadini che tutte le altre prescrizioni loro impartite sono pensate in vista di questi beni, così come i beni umani sono pensati in vista di quelli divini, e quelli divini in vista dell'intelletto che è la guida di tutti.
Deve quindi occuparsi dei matrimoni contratti, e, dopo di ciò, della nascita e dell'educazione dei figli, maschi e femmine - partendo dalla loro giovinezza per giungere attraverso la maturità fino alla vecchiaia - premiandoli o punendoli quando è opportuno. E sorvegliando osservando in ogni altra loro relazione i dolori, i piaceri, i desideri, e la cura di tutte le passioni, deve correttamente criticarli ed elogiarli mediante le leggi stesse: e così nei momenti d'ira, e Delle paure, e nei casi in cui l'anima è sconvolta per la cattiva sorte o quando per una buona sorte trova scampo da quei patimenti, e in tutte le circostanze che accadono agli uomini nel corso di malattie, guerre, povertà, ma anche in eventi
contrari a questi, in tutti questi casi, allora, egli deve insegnare e definire, in relazione alla disposizione d'animo di ciascuno, ciò che è bene e ciò che non lo è.

mercoledì 6 giugno 2012

Ausili per lo studio del greco


Ricerca - DIZIONARIO GRECO ANTICO

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Federico I


La Morte di Epaminonda - Diodoro Siculo

Epaminonda ancora vivo fu condotto nell'accampamento, e poichè i medici convocati dichiaravano che assolutamente, qualora fosse stata levata la lancia dal petto, anche la morte sarebbe seguita, trascorse molto coraggiosamente la fine della vita.All'inizio infatti, dopo aver chiamato uno scudiero, domandò se avesse salvato lo scudo. Poichè lui glielo mostrava davanti agli occhi, di nuovo domandò quale dei due eserciti avesse vinto. Poichè il ragazzo rispose che avevano vinto i Beoti, disse:-è tempo di morire.- e ordinò che fosse strappata la lancia. Dopo che gli amici presenti ebbero gridato e uno di loro ebbe detto:-Epaminonda, tu muori senza figli-ed ebbe pianto, rispose -per zeus, io abbandono due figlie,la vittoria a leuttra e quella a mantinea.- e dopo che fu tolta la lancia, senza alcun turbamento morì.

giovedì 31 maggio 2012

Basilicata Medievale

http://www.lucaniaonline.it/territorio%20e%20crociata.pdf

Santa Margherita

http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1973_num_85_2_2295

13 aprile 568


I Longobardi il 13 Aprile del 568, lunedì di Pasqua, dopo secolari migrazioni attraverso l’Europa, dall’Austria dove si trovavano da una quarantina di anni, si diressero verso l’Italia, guidati dal re Alboino, attraverso il Friuli.
Devastato il Veneto, arrivarono a Milano, conquistando i territori della regione che fu chiamata Longobardia, e mano mano arrivarono nelle nostre contrade spingendosi fino alla Calabria e fondando due Ducati quello di Spoleto e quello di Benevento.

mercoledì 30 maggio 2012

a caccia di Castelli

https://maps.google.it/maps?saddr=Contrada+Accovatura,+Melfi&daddr=Masseria+Catapane,+Melfi+to:Localita'+Caramelle,+Ascoli+Satriano+Foggia+to:Masseria+Parasacco,+Melfi+to:Borgo+Libert%C3%A0,+Cerignola+to:castello+di+monteserico&hl=it&ie=UTF8&ll=40.84706,16.075745&spn=0.141022,0.338173&sll=41.099821,15.693401&sspn=0.280964,0.676346&geocode=FVkpcgIdzQTvAClB36QymbE5EzGukChP7Q_uHw%3BFR9scgIdA8HuACnXLnhWA7E5EzFBPde5pXIKJg%3BFfwucwId8F3vACE3uQ3kvZ-GTQ%3BFfzccgIdlCvwACl38B_ciLQ5EzGhPde5pXIKJg%3BFfB2dAIdGsfvACkP-dgoSso5EzGQ_nwzp3IKCg%3BFex9bwIdAFj0ACG8HEJItWqRrw&t=h&mra=ls&z=12https://maps.google.it/maps?saddr=Contrada+Accovatura,+Melfi&daddr=Masseria+Catapane,+Melfi+to:Localita'+Caramelle,+Ascoli+Satriano+Foggia+to:Masseria+Parasacco,+Melfi+to:Borgo+Libert%C3%A0,+Cerignola+to:castello+di+monteserico&hl=it&ie=UTF8&ll=40.84706,16.075745&spn=0.141022,0.338173&sll=41.099821,15.693401&sspn=0.280964,0.676346&geocode=FVkpcgIdzQTvAClB36QymbE5EzGukChP7Q_uHw%3BFR9scgIdA8HuACnXLnhWA7E5EzFBPde5pXIKJg%3BFfwucwId8F3vACE3uQ3kvZ-GTQ%3BFfzccgIdlCvwACl38B_ciLQ5EzGhPde5pXIKJg%3BFfB2dAIdGsfvACkP-dgoSso5EzGQ_nwzp3IKCg%3BFex9bwIdAFj0ACG8HEJItWqRrw&t=h&mra=ls&z=12

un altro quaternus federiciano

Quaternus de excadenciis et revocatis Capitinatae de mandato Imperialis Maiestatis Frederici Secundi nunc primum ex codice Casinensi cura et studio Monachorum Ordinis Sancti Benedicti Archicoenobii Montis Casini in lucem profertur, Montis Casini, Typis Archicoenobii, 1903

venerdì 25 maggio 2012

Origini antiche di Foggiano

da

http://www.archive.org/stream/archiviostorico68patrgoog/archiviostorico68patrgoog_djvu.txt

106. Viggiano. — « Vibianum, dal gentilizio Vibiits delle
4c Isc. Un fundus Vibianus à la tavola de' Bebbiani ; cinque
« in quella di Velleja ; un fundus Vivianus l'iscrizione di
« Volcei». — (Flechia) — Il b passa in g, come da Fobeasi
è fatto Foggia, e da Fobeanum Foggiano, in quel di Melfi,
(dalle grandi fosse da racchiudervi i grani). — Nel noto Re-
gestum di Federico II del 1239 si trova nominato il feuda-
tario Berengerius de Bizano. Ma non è scrittura della re-
gione, né risponde alla fonia del popolo odierna: pure il Bizano
deriverebbe da un Vettiits ed anche Vedim delle Iscrizioni.

venerdì 18 maggio 2012

Melph Catipanus

Melph Catipanus

1864 LUGLIO


Carabinieri e bersaglieri travestiti da
contadini e guidati dal brigante Giuseppe
Caruso sorprendono in territorio di Fog-
giano (Melfi) 15 briganti che bivacca-
vano, li attaccano, e ne uccidono 4.

domenica 6 maggio 2012

LA CATTEDRALE DI MELFI

LA CATTEDRALE DI MELFI

Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Edizione online del lavoro di Basilide Del Zio

Crocco vs Del Zio

IL BRIGANTE CHE SI FECE GENERALE. Auto e controbiografia di Carmine Crocco - Carmine Crocco, Basilide Del Zio, Valentino Romano
Libri - Brigantaggio
Autore: Carmine Crocco, Basilide Del Zio
Titolo: Il brigante che si fece generale
Sottotitolo: Auto e controbiografia di Carmine Crocco
A cura di Valentino Romano
Descrizione: Volume in formato 8°; 176 pagine
Luogo, Editore, data: Lecce, Capone, novembre 2011
ISBN: 978-88-8349-153-5
Prezzo: Euro 13,00

sabato 5 maggio 2012

Melfi al centro del Reame

Incrociando approssimativamente i segmenti che uniscono una serie di città si possono individuare al centro il Vulture e Melfi.

giovedì 3 maggio 2012

Federico II, gli ebrei e la sete di sangue

da H. Houben 2002

Ma torniamo all'atteggiamento di Federico verso gli ebrei. Sembra opportuno iniziare il discorso partendo da una vicenda, avvenuta nel 1236, che può essere considerata un episodio-chiave per la posizione assunta dall'imperatore svevo verso gli ebrei. Che cosa era successo? Federico, dopo aver soggiornato per quindici anni in Italia, nella primavera del 1235 era tornato in Germania per reprimere la ribellione di suo figlio Enrico (VII) e per preparare una spedizione militare contro la lega lombarda. Mentre si trovava, all'inizio del 1236, nel castello di Hagenau, in Alsazia, una delle regioni preferite dello svevo, davanti al tribunale imperiale fu presentato un caso difficile, cioè l'accusa contro gli ebrei di Fulda di aver ucciso dei ragazzi cristiani.

Le fonti che parlano di questo episodio sono di natura diversa. Abbiamo una fonte documentaria, la sentenza emanata da Federico II (nell'agosto 1236 ad Augusta), e tre fonti cronachistiche più o meno vicine agli eventi. Di queste testimonianze quella risalente più direttamente all'accaduto è la sentenza del 1236, le cui parole certamente non sono state scritte senza l'esplicito consenso dell'imperatore. Qui si legge che a causa dell'uccisione di alcuni ragazzi di Fulda, attribuita agli ebrei di questa città, tutti gli ebrei della Germania erano stati messi in cattiva luce. L'imperatore, per appurare la verità, convocò un'assemblea di principi, grandi, nobili, abati e uomini di Chiesa.

Questi però, "essendo diversi esprimevano opinioni diverse, e si rivelarono incapaci di decidere la questione". Federico decise quindi di avviare un'inchiesta: "Ritenemmo, nella insondabile profondità della nostra coscienza che non si potesse procedere in modo migliore verso gli ebrei accusati del suddetto crimine, se non interrogando coloro che erano stati ebrei e si erano convertiti alla fede cristiana. Costoro, come nemici di coloro che erano rimasti ebrei, non avrebbero taciuto ciò che potevano sapere attraverso loro stessi o attraverso il Vecchio Testamento o i libri mosaici. Noi, benché la nostra coscienza, sulla base dei molti libri che la nostra maestà conosceva, ritenesse ragionevolmente accertata l'innocenza dei detti ebrei, per la soddisfazione sia della popolazione priva di cultura che del diritto abbiamo preso una decisione lungimirante e saggia; in accordo con i principi, i grandi, i nobili, gli abati e gli uomini di Chiesa abbiamo quindi inviato a tutti i sovrani delle regioni dell'Occidente messi speciali, attraverso i quali far venire dai loro regni alla nostra presenza il numero più grande possibile di neofiti pratici della legge ebraica".

Arrivati questi neofiti alla corte imperiale, fu loro chiesto se ci fosse un motivo per cui gli ebrei avrebbero avuto bisogno di sangue umano e per cui quindi avrebbero potuto essere indotti al menzionato crimine. Risultò che né nel Vecchio né nel Nuovo Testamento era scritto che gli ebrei avessero bisogno di sangue umano. Anzi, al contrario, risultò "dalla bibbia che in ebraico è detta Berechet (cioè Bereshìt [In principio], la prima parola del Pentateuco, vale a dire della Torah), dai precetti dati a Mosé e dai decreti giudaici detti in ebraico Talmilloht (cioè Talmud) che dovevano evitare di macchiarsi di qualsiasi tipo di sangue". In considerazione del fatto – si conclude la sentenza – che è improbabile che coloro, a cui è vietato il sangue di animali, avessero sete di sangue umano e mettessero per ciò in pericolo i loro beni e le loro persone, l'imperatore decretò che tanto gli ebrei di Fulda che del resto della Germania fossero prosciolti da un'accusa così infamante.

Melfi normanna

http://books.google.it/books?id=C7C4ok8r21EC&lpg=PA180&ots=MSveSTXMMz&dq=diplomata%20melphien&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false



Melfi Medievale

https://docs.google.com/presentation/d/1LSmvtT2y6SCozRAA8WuHNXn5JxZDlDvqSpwSgUu4MxY/edit

lunedì 23 aprile 2012

Parpagliola

wikipedia

Napoleone I
Parpagliola napoleone.jpg
Lettera "N" coronata, in corona d'alloroValore e data su tre righe. Intorno NAPOLEONE IMPERATORE E RE
mistura 200/1000, Milano 1811
Parpagliola (dal franc. parpaillole) è il nome di alcuni tipi di monete in bassa lega d'argento.
Il nome viene utilizzato per la prima volta nella seconda metà del 1400 in Provenza per indicare monete a basso contenuto d'argento. Fu imitata dai vescovi di Losanna (monetazione del Canton Vaud) e in Savoia.
Fu emessa a partire dal XVI secolo a Milano dove valeva 2 soldi e 6 denari.

{infatti l'ho trovata leggendo i Promessi Sposi: Agnese le dà come mancia a Menico}

giovedì 19 aprile 2012

Torre della Cisterna

 A 10 km a nord-ovest della città assolveva certo a questo scopo la piccola domus di Cisterna: un edificio quadrato (13 m di lato) entro una cinta quadrangolare (33 m circa di lato), simile nell'impianto alla domus di Monteserico (Sciara, 1997).


F. Sciara, Ritrovate le residenze di caccia di Federico II imperatore a Cisterna (Melfi) e presso Apiceibid., pp. 125-131; M.S. Calò Mariani, Alla corte delle meraviglie, in Federico II. Storia e leggenda di un grande imperatore, a cura di J.-C. Maire Vigueur-M.S. Calò Mariani, "Medioevo Dossier", I, 1998, nr. 1, pp. 64-97

martedì 17 aprile 2012

Segnali di fumo tra torri



14 C. MINIERI-RICCIO, Memorie ..., cit., p. 505. Riguardo ai segnali di allarme, un

decreto del 27 ottobre 1272 aveva disposto che il pericolo doveva essere comunicato
"nella proporzione di un fuoco o fumata fino a 4 galee, due fino a 8, tre fino a 12,
quattro fino a 16 e cinque per maggior numero" (Cfr. I Registri della Cancelleria
Angioina,..., cit., Vol. XI, p. 5,n. 13).

mercoledì 11 aprile 2012

Indages


Campanella esprime schiettamente quel che sente quando in una lettera del 1608 esorta uno scolaro a sottoporre ad ... I suoi scolari devono cercare la verità: quam non ex me sed mecum indages oportet.

Quare iterum te rogo, ne mei te occupet amor: is qui sectam park, non veritatem, quam non ex me, sed mecum, indages oportet. Sed etiam cum me coram audieris, ipsos quoque Metaphysicos meos contemnes: non enim illos te libros docebo - si...

lunedì 9 aprile 2012

Castrum monticuli

Non si tratta di Moonticchio Sgarroni, ma di Montecchio (Marche)

Cap. VIII Corradus de Antiochia, castrum Monticuli accedens, ab incolis per proditionem est detentus. Galvanus Lancea, ejus captivitate commotus, oppidum obsidet; sed, hyeme pressus, recedit. Corradus vero, sibi obsequentium opera, libertatem adipiscitur. Interea Corradus de Antiochia comes Albae, regis ejusdem nepos, qui pro capitaneo fuerat destinatus in Marchiam, dum ad castrum Monticuli habitatorum copia et montuosi situs eminentia communitum sub confidentia solita et spe securitatis accederet, fuit ibi cum aliquibus familiaribus suis per incolas loci subita et inopinata proditione detentus. In cujus subsidium ad mandatum regis magno et praepotenti exercitu congregato, Galvanus Lancea, comes Principatus et Fundorum, marescallus regni, socer ejusdem Corradi, cujus cordis intrinseca gravi captio violenta pupugerat, pluribus aliis comitibus, aliisque regni nobilibus sociatus accessit, sicque per eum juxta castrum Monticuli exercitus obsidione firmata, et ingenti depopulatione peracta, ibique protracta mora usque ad urgentissimam hyemis instantiam tempestatis, dimissa quoque in Macerata magna equitum comitiva ad impugnationem Monticuli, et captis quampluribus ipsius regionis nobilibus, qui factionis ejusdem capita dicebantur, dictus Galvanus, et alii de comitiva sua, soluto exercitu, cum castrum ipsum habere non posset, nec mora sua esset ulterius utilis, revertuntur. Contigit autem quod idem Corradus, quem proditores sui ante depopulationis illatae dispendia liberare noluerunt, procurante solertia quorumdam devotorum suorum, qui circa ejus custodiam assistebant, somno vinoque sepultis excubiis, intempestae noctis silentio de carcere compeditus evasit, et, fugientibus custodibus cum eodem, restitutus est beneficio libertatis. Cap. IX Richardus de Aniballis adventum Karoli maturat, qui a Romanis interea senator perpetuus legitur.

Tranghese

Da vedere se ce l'ho.


domenica 8 aprile 2012

Basilicata multietnica

http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/files/docs/10/45/25/DOCUMENT_FILE_104525.pdf

Castello Monticchio Sgarroni

Coordinate castello Sgarroni
15.55528 40.92537

Bibliografia per Cisterna

1) EUGENIO CIASCA, Terre comuni ed usi civici nel territorio di Melfi (1027-1738), Roma 1958.
2) GENNARO ARANEO, Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli, Firenze, 1866, (rist, anast., Milano 1978).
3) Archivio segreto Vaticano, Relationes ad limina ecclesiae Melphiensis.
4) Archivio di Stato Potenza, Distretto di Melfi, I versamento, Notar Antonello Cassandra, fascio 58, c. 180r-180v.
5) MASSIMILIANO AMOROSO, La Basilica Cattedrale ed il Campanile di Melfi, Melfi, 1994.
6) Archivio di Stato Potenza, Distretto di Melfi, I versamento, Notar Michelangelo Bianco, fascio 1696, cc. 213r-214r.
7) PIER BATTISTA ARDOINI, Descrizione del Stato di Melfi, a cura di Enzo Navazio, Melfi, 1980.
8) Archivio Vescovile di Melfi, Fasci della Mensa Vescovile (ancora in fase di sistemazione e catalogazione)

5 dicembre 1465 un terremoto distrusse Cisterna?

http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_Leggieri/terremoti.pdf

Cisterna è disabitata nel '500


Herveo de Caprosia (Chevreuse)

fu possessore di Cisterna sotto gli Angioini

Melfi a Venezia

Venezia

martedì 3 aprile 2012

La via Appia passava per Melfi

Sulla Via Appia da Roma a Brindisi: le fotografie di Thomas Ashby : 1891-1925

 Di Thomas Ashby,Susanna Le Pera Buranelli,Rita Turchetti

da My-personaltrainer


Allenamento al mattino a digiuno per bruciare grassi

A cura del Personal Trainer PROF.Luca Agliardi, visita il suo Blog
Pubblicato nella sezione Dieta dimagrire alle ore 23:28 del 28 Febbraio 2012

Compiere una attività aerobica al mattino a digiuno permette di bruciare molti più grassi rispetto alla stessa attività svolta alla sera.

Esiste uno studio eseguito presso la Kansas State University e pubblicato su Medicine and Science in Sports and Exercise che ha rivelato questo beneficio o trucco di allenamento.
Voi direte, e chi lo può fare?
E' vero quasi nessuno (dei comuni mortali, cioé che per vivere devono lavorare) può svolgere l'allenamento al mattino appena alzato, però e interessante sapere che rende molto di più, bruciando i tempi per il dimagrimento.

Vediamo il motivo di tale beneficio e le particolarità.

Se si svolge un'attività di tipo aerobico (camminate, corsa, ciclismo, nuoto, etc.) al mattino dopo un digiuno notturno di 8 ore circa si è in una condizione in cui le riserve di glicogeno (rappresenta la fonte di deposito e di riserva del glucosio nell'uomo) sono svuotate.

Quindi per fare attività fisica si attinge dai grassi.

Il motivo per cui l'attività va svolta a digiuno è per il fatto che facendo colazione si verificherebbe un innalzamento dell'insulina, che se è alta impedisce di attingere energia dai grassi.

Altra nota importante è che se si svolge l'attività al mattino il metabolismo (consumo energetico del corpo) rimane alto per molte ore, permettendo al corpo di bruciare le riserve di grasso per tutta la giornata, mentre se ci si allena alla sera il metabolismo poi si riabbassa subito quando si va a dormire.

Vi sono anche alcuni consigli importanti da non sottovalutare.

Il primo è che il tempo da dedicare all'attività aerobica non deve superare i 30 minuti, in quanto prolungandolo per tempi superiori sono stati riscontrati effetti sulla perdita della massa magra (muscolo) per il consumo anche di proteine per fornire energie al corpo.

Altro consiglio riguarda l'assunzione di una tazza di caffè amaro (che schifo!) o poco zuccherato (meglio!) a digiuno prima dell'attività aerobica per bruciare più grasso e meno glicogeno.

Inoltre è stato riscontrato che chi svolgeva questo tipo di allenamento creava una forte motivazione per compierlo ogni giorno fino a farlo diventare un bisogno, in quanto sentiva una forte energia per tutta la giornata.
Bene, allora da domani mattina tutti a correre a digiuno, doccia, colazione e poi al lavoro!

venerdì 30 marzo 2012

3 lezioni

Da Erchemperto ad Idrisi attraverso i normanni.

Piero delle Vigne, le pergamene melograno

Vincenzo bruno e altri

martedì 20 marzo 2012

mercoledì 14 marzo 2012

sabato 10 marzo 2012

venerdì 9 marzo 2012

Fonti federiciane

http://books.google.it/books?id=MAQMAAAAYAAJ&printsec=frontcover&vq=melfi&hl=it&output=html_text

Francesco e Federico

Il primo: tant'è lo ben che aspetto che ogne pena m'è diletto.
Il secondo:
A tut[t]ora membrando
de lo dolze diletto ched io aspetto, - sonne alegro e gaudente.

giovedì 8 marzo 2012

Tesi Sociolinguistica




http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/eventi/concorsodialetti/esito/vincitori/vincitori/Tesi_di_Giacomo_Govoni.pdf

http://www.tesionline.it/consult/preview.jsp?pag=2&idt=32382

lunedì 5 marzo 2012

Il Chronicon Northmannicum e Amato di Montecassino

Informazioni su http://www.storiamedievale.net/centrostudi/fontiweb.htm

Annali Baresi

da http://www.norman-world.com/italie/ensavoirplus/sources/ICronologiBaresi.htm

I Cronologi Baresi

Annales Barenses
Annales di Lupo Protospatario
Anonimi Barensis Chronicon.

Esistono tre testi di materiale "annalistico" di origine evidentemente "barese", e comunque pugliese, apparentemente collegati l'uno all'altro (ma i cui rapporti meritano di essere approfonditi molto meglio di quanto la critica non abbia fatto fino a oggi); si tratta di tre narrazioni di una notevole importanza per gli studi sul X e sull'XI secolo in Puglia e, più in generale, nell'Italia meridionale.

1. Gli Annales Barenses sono un insieme di items estremamente brevi e sintetici di informazioni relative al X e all'XI secolo (605-1043), che si concludono con una più lunga relazione dell'attacco normanno contro la Puglia negli anni 1041-1043.

2. Gli Annales di Lupo Protospatario offrono brevi registrazioni per gli anni 855-1102, ma si presentano in generale come più informati per l'XI secolo che per i periodi precedenti. Appare probabile che essi attingano notizie dalla stessa fonte utilizzata dallo stesore (o dagli stesori) degli Annales Barenses, anche se i due testi non sono identici. L'ultima parte del testo fornisce abbondanti notizie sulla figura e l'opera di Roberto Guiscardo, e sulla Puglia, negli anni successivi alla morte del condottiero normanno (1085). Per alcuni tratti, il testo cosiddetto di Lupo Protospatario (un funzionario dell'amministrazione bizantina?) mostra qualche legame più profondo con la città di Matera, che potrebbe essere supposta la patria di Lupo.

3. L'Anonimi Barensis Chronicon è un altro insieme di registrazioni a struttura annalistica, quantunque con alcuni items più estesi rispetto ai primi due testi, e che continua fino all'anno 1118 (860-1118). L'edizione di Muratori -derivata dalla editio princeps di Camillo Pellegrino- è, appare importante sottolinearlo, davvero poco soddisfacente.



EDIZIONI

- Annales Barenses e Annales di Lupo Protospatario G.H. Pertz, MGH Scriptores V (Hannoverae 1844), pp. 51-56 (in doppia colonna)

- Anonimi Barensis Chronicon: L. A. Muratori, in Rerum Italicarum Scriptores V (Mediolani, 1724), pp. 145-156.