martedì 16 novembre 2010

Sere d’autunno

Guardo i miei draghi nel cielo.
Li argenta, come ogni notte, la luna. (Tale il mio verso a te Divina Madre)
Li disperde, come d’inverno,
il millenario cacciatore di stelle
e il suo cane, fiutando il volo dei leoni.
Mi scrutano ancora e torneranno,
ancora, sulle ceneri del mondo.

Come ridono intanto i monti,
e mi richiama il mare di lontano.
Come sospira il bosco, l’albero
santo e la grotta del demonio.
Così confuso fruscia nei ricordi
il tempo di un’estate ormai scorsa,
arsa nei campi e viva nelle notti.

Ma tornerà alla fine l’usignolo!
Sole imminente e il gelo è già un ricordo,
mormorio bianco sciolto dal sorriso
fresco di rinnovata, vergine coscienza.
Ore d’un tempo avestico che torna,
anima che si specchia nel profondo,
che non accetta la sua breve sponda.

Scritta durante le notti delle leonidi da inserire come Torre 10 - L’orologio} [martedi 16 novembre 2010, ore 23,55