martedì 15 dicembre 2009

I greci nel Vulture

" LA BASILICATA*"    (1862)
"Dicea Re Ferdinando II e gli facea eco la turba beghina de’ cortigiani suoi, che se Roma era a capo della religione, Napoli avea da esserne il cuore; non tollerò quindi mai culti estranei; abolì perfino e proscrisse quante più rinvenne chiese di rito scismatico; è da credere gli sfuggissero i paesi di San Costantino e Casalnuovo (oggi San Paolo, n.d.r.) ove abitano da quattro mila oriundi greci-albanesi e serbano il rito greco sotto la disciplina e gerarchia del vescovo (di Lungro, n.d.r.). Nel secolo XVII molti altri luoghi aveano il rito degli antichi padri, gli Epiroti: tali Ginestra e Maschito e Rionero  allora umil casale, e Brindisi di Montagna (e Melfi, n.d.r.); poi un Vescovo di Melfi per nome Diodato Scaglia, indusse i primi tre a seguire il rito romano. Più arduo gli fu il convertire que’ di Barile: ma dove la persuasione non valse usò la violenza e gli riuscì”.
* di E. Pani Rossi.
{PS: il saluto càra di Rionero, che ricorda il saluto greco charis, sarà da ascrivere ad origini greche del paese}